sabato 12 ottobre 2013

La crisi lessicale dello Tsubo premuto

A scuola è tornata l'insegnante di inglese di ruolo, che nessuno voleva. No, stavolta non è una mia malcelata cattiveria, ma un dato di fatto: persino i colleghi le avevano consigliato di prendersi almeno un anno sabbatico, considerato che soffre di crisi di nervi innescate dal contatto coi ragazzi. Niente di pericoloso per loro, ma per esempio ha l'abitudine di parlare da sola in classe invece di fare lezione, usa un lessico non proprio da scuola media e il suo scarso controllo delle espressioni facciali ogni tanto la congela in smorfie truci con occhi traballanti e vene pulsanti in vista. Ricorda un po' i cattivi di Kenshiro quando lui gli preme lo Tsubo e loro si gonfiano prima di esplodere. L'altro giorno ha avuto una di queste crisi-tsubo in prima, scatenata dalla pronuncia non perfetta della parola fifth.
Bimbo: "FifT"
Prof con occhio ballerino: "FifTH!"
Bimbo: "FifS!"
Prof con vena pulsante: "FIFTH!"
Bimbo con sudori freddi: "...fifV?"
Prof in limit break: "Ti devi allenare! Possibile che alle elementari non vi abbiano insegnato le basi della fonetica? Dovreste sapere che i ragazzini hanno un età in cui è ancora possibile acquisire abitudini fonatorie!"
Attimo di attonito silenzio in cui tutte le teste degli alunni si girano verso di me con sguardi giustamente confusi.
Bimbo: "Acquisire cosa?"
Io, sottovoce: "Significa che potete ancora imparare a fare dei suoni a cui non siete abituati."
Tutti: "Aaaaah!"
Prof, più calma: "Allora, chi ripete il concetto che vi ho illustrato?"
Bimbo coraggioso: "Ha detto che siamo ancora capaci di imparare a fare suoni nuovi!"
Prof: "Non ho usato queste parole! Ho detto che potete ancora acq..."
"...acquisire..."
"...delle abitudini fo...?"
"...fotoniche."
Segue scroscio di risa che per fortuna coinvolge anche la prof.
Ora, non so voi ma io rimpiango di brutto di non aver più l'età per acquisire abitudini fotoniche.
La tipica, equilibrata espressione dei cattivi di Ken che esplodono
 

mercoledì 9 ottobre 2013

La prova dell'Orso Baloo

Facciamo che vi racconto una storia. Fidatevi, per capire meglio l'episodio di ieri serve avere ben presente "Il Libro della Giungla".
Allora, abbiamo questo bambino, figlio di genitori che lo abbandonano, che cresce in un contesto ostile avendo come riferimenti principali dei lupi disfunzionali che lo lasciano solo tutto il tempo. Il bambino diventa iperattivo, sventato, dotato di un linguaggio rasoterra e presumibilmente di una scarsissima igiene personale. E già qui è indistinguibile da molti dei miei studenti.
Crescendo, il bambino cerca degli adulti competenti fuori dal suo branco, e incappa in Baghera, pedante felino dall'aria ansiosa (come una buona fetta dei professori), e in Baloo, orso un po' fancazzista che gli insegna a sopravvivere con lo stretto indispensabile.
Ecco, l'educatore è un po' Baloo: caciarone, fondamentalmente disinteressato alla didattica tradizionale e che insegna a cavarsela con le briciole e divertirsi con poco, tipo un albero che ti scortica la schiena. Ovviamente Baghera lo guarda con bonaria superiorità e lo compatisce un po', ma alla fine è contenta perché gli sciacqua di torno Mowgli quando il nano diventa troppo molesto.
Ora, il punto è questo: come mai Mowgli sceglie di fidarsi di Baloo? Semplice: Baloo è grosso e gentile e sa difenderlo dalle minacce della giungla: per lo più tigri e scimmioni che lo bersagliano con le feci.
Tutto questo per dirvi che arriva sempre il momento in cui all'educatore (maschio) viene richiesta la Prova di Baloo, cioè una dimostrazione di maschia forza per dimostrarsi all'altezza come figura maschile. Quante volte ho ripetuto 'maschio'? D'altronde è il punto centrale, perché con le ragazze questi problemi non ci sono (ce ne sono altri).
Ieri è arrivato questo momento con uno dei miei nuovi utenti, Cyttorak (per tutelare la sua privacy lo chiamerò col nome della forza demoniaca della distruzione inarrestabile dei fumetti degli X-Men).
Nona ora, pomeriggio del martedì. L'ultima frontiera.
"Prof non ce la faccio più. Sono agitato, non riesco a calmarmi."
"Dai Cyttorak, andiamo nel parco, facciamo una passeggiata per distrarti."
"Ok. Posso fare qualcosa per sfogarmi? Facciamo qualcosa di sportivo!"
Eccoci. Sta scattando la Prova di Baloo, non si può più sfuggire. Esistono solo due esiti possibili:
1. Trionfi nella prova sportiva e dimostri che età, esperienza e allenamento ti rendono fisicamente adeguato a fare da guida a un dodicenne;
2. Ti palesi per la schiappa che sei a calcio/basket/biliardino/ping-pong/quello-che-è e passi i successivi mesi a sopportare lo sfottò per far capire che con un po' di autoironia si può metabolizzare la sconfitta ed essere orgogliosi di esistere anche se non si eccelle negli sport.
Ora, indovinate qual è la via più facile e quale invece l'esito che ottengo sempre io?
Insomma, Cyttorak mi porta sul percorso vita dell'enorme parco della scuola, facciamo un po' di riscaldamento e mi lancia la sua sfida:
"Prof, ma ce la fai a fare le trazioni alla sbarra? Io sono bravissimo."
Sudo freddo al pensiero di perdere contro un dodicenne alle trazioni, ma con sorriso spavaldo dissimulo, mi appendo alla sbarra e mi sollevo una decina di volte nascondendo la fatica boia dopo la sesta (perché, casomai vi fosse sfuggito, sono una schiappa). Atterro e aspetto il suo giudizio. Cyttorak mi guarda, sgrana gli occhi, apre la bocca, io mi preparo al peggio e...
"Ma sei fortissimo prof! Io al massimo riesco a farne due!"
Eeeeevvai, folla in delirio, pioggia di coriandoli, sono il fottuto Goku e Baloo può prendere questa vagonata di feci di scimmia e tornarsene al suo albero.
Il mio orgoglio per una volta ringrazia quest'esile corpo di non averlo tradito. I miei addominali oggi ringraziano un po' meno.