giovedì 28 febbraio 2013

Angolo d'orgoglio

A volte succede. Quattro dodicenni ti chiedono con sincero interesse di spiegargli cos'è successo alle elezioni perché nessun altro ha pensato di parlargliene, e ti ascoltano rapiti e senza timore di fare domande, di ammettere che non hanno capito o ne vogliono sapere di più. Allora capisci che per questo Paese un po' di speranza ci sarebbe, se ci fossero spazi per coltivarla.

martedì 26 febbraio 2013

Calzature BRUTAL!!

Usciti dalla palestra, mi fermo nel corridoio degli spogliatoi per cambiarmi le scarpe da ginnastica con dei vecchi anfibi antipioggia-antineve-antimina.
Ragazzino sudato: "Eh, che scarpe cattive! Sono quelle dei Sidisì?"
Attimo di disorientamento in cui credo di aver frainteso.
"Dei chi?"
"Maccome, non li conosci? Li ascolta mio fratello, fanno musica metalla!"
Trattengo un risolino.
"Ah, ok! Gli AC/DC!!"
"No, quelli non li conosco. Mio fratello però ascolta i Sidisì, e loro hanno le scarpe come le tue!"

Prossimamente nei migliori negozi di dischi: Shoes to Thrill, nuovo singolo dei Sidisì!

giovedì 21 febbraio 2013

Una cronaca speziata

Compito di oggi in piccolo gruppo: scriviamo insieme un articolo di cronaca su un episodio inventato. Scegliete la traccia tra:
A. Una giornata di scuola
B. Una lite tra compagni
C. Un evento sportivo scolastico

"Ragazzi, che dite?"
"La B! Facciamo che SI PICCHIANO!"
"Ooook, me l'aspettavo tantissimo. Come mai litigano?"
"Per una ragazza!" propone uno.
Io: "Aha, le cose si fanno piccanti! ;)"
Coro di OOOOH da stadio e tutti che si tirano pacche per una decina di secondi.
Riprendo: "Allora si vedono, parlano di questa ragazza e..."
"E scoprono che piace a tutti e due quindi SI PICCHIANO!"
Così, perché è la cosa più logica da fare. Sembra la trama di un film con Vaporidis. Allora provo:
"Ok... Ma mettiamo almeno una cosa che li faccia arrabbiare?"
Sempre il ragazzino di prima, folgorato dalla Musa Ispiratrice: "Uno dei due ha baciato la ragazza!"
Il coro di OOOOOOH e la pioggia di pacche riprendono. Siamo passati ufficialmente dai cinepanettoni a una roba a metà tra theOC e Jersey Shore, ma gliela passo per buona.
"Ma fanno tipo a spintoni o proprio a pugni?" li incalzo.
Un ragazzo sovraeccitato parte: "Ci possiamo mettere che si lanciano le o..."
Lo sgamo in mezzo secondo e lo interrompo: "Niente onde energetiche, temo che la prof sia contraria..."
Coro di oooh delusi, attimi di sconforto.
"Va beh, e come lo facciamo finire? E vi avverto, uno dei due uccide l'altro non è una risposta valida..."
Il solito ragazzino ispirato ha la risposta: "Vedono arrivare la ragazza che limona con un altro!"
Questa volta gli oooooooh sono attoniti ed ammirati, lo guardano con occhi luccicanti, poi uno bofonchia stupefatto:
"Sei... Sei... Sei piccantissimo!"

Ci siamo quasi strozzati dal ridere.

sabato 16 febbraio 2013

Ninja spietati dal Villaggio del Foglio

"...Allora, ragazzi, per diffondere in tutta la scuola l'iniziativa si potrebbero fare dei volantini, no?"
Ragazzino gangsta osserva affascinato la risma di fogli come se fosse la prima volta che ne vede una. Poi, come folgorato da un'idea, esordisce: "Scusa, prof, hai presente quando ti tagli il dito con un foglio di carta?"
Io: "Certo, è fastidioso."
Gangsta: "Ma secondo te si può anche tipo tagliare la gola alla gente con i fogli? Se sono affilati abbastanza, dico!"

La scena che si forma nella mia testa sembra tratta da un film di Tarantino. Fogli che volano ovunque e cascate di sangue antigravitazionale.

Io: "Ehm... ma perché vorresti tagliare la gola alla gente?" <-snodo fondamentale della questione
Gangsta: "Ma no, così per dire. Tipo se lancio dei fogli di carta in modo preciso, funzionerebbero come quelle stelle dei ninja... come si chiamano..."
Io: "Shuriken"
Gangsta: "Ecco. Potrei essere un ninja della carta."
Io: "Sai, non credo sia davvero possibile."
Gangsta: "Oh. Beh, posso comunque occuparmi io della distribuzione dei volantini, così ci provo?"
Io: "No."

Meglio non correre rischi. Specie con i ninja.


lunedì 11 febbraio 2013

Un sostegno concreto

Ma torniamo a parlare delle insegnanti di sostegno! L'altro esemplare del nostro ecosistema scolastico è l'attraente professoressa Moustache, così soprannominata perché ha baffoni così folti che neanche Maurizio Costanzo.
L'ultimo, curioso caso, è accaduto durante una verifica di analisi grammaticale.

Ragazzina: "Ma lunedì è un nome di cosa?"
Io: "Certo, pensaci: le cose non sono solo gli oggetti, ma ci sono anche nomi..."
Ragazzina: "...Astratti! Ma certo, grazie!"

...5 minuti dopo...

Moustache: "Cara, controlla bene! Lunedì è un nome concreto!"
Io: "Ehm... Ma non si può toccare o disegnare un lunedì!"
Moustache (con tono da Torna-A-Casa-Scemodimmerda): "E che c'entra? È concreto lo stesso, perché quando il lunedì arriva, si sente."

Stupido io. Perciò, applicando lo stesso ragionamento ("quando arrivano si sente") sono concreti anche, ad esempio, un crampo al sedere, l'emicrania, un orgasmo o un conato di vomito.
Direbbe il professor Layton: logica impeccabile, non c'è che dire.

domenica 10 febbraio 2013

Il prof fa le preferenze!

Ci sono momenti in cui nascondere le tue personali preferenze tra i tuoi studenti è davvero difficile. Un esempio?

Personaggio 1: BABI (nome fittizio).
Sì, è la stessa dell'episodio del Cioè. Per farvi capire, alla richiesta di un breve testo dal titolo "Mi presento", questa benedetta bambina ha consegnato il seguente elaborato: "Sono Babi, ho 11 anni e sono bella, carina, simpatica e la più intelligente della classe". Quando mi ha chiesto di valutarglielo, le ho fatto notare che aveva scordato di accennare alla sua grande modestia.

Personaggio 2: ZELIG (nome fittizio)
È il classico ragazzino 'con capacità, ma che non si applica'. Capisce tutto al volo, ma si scorda i compiti e il materiale. I professori lo vogliono sospendere un giorno sì e l'altro pure.

Scena: fine ora di matematica, Zelig nota l'altoparlante attaccato al muro e chiede alla prof di mate cosa sia.
Lei: "È un interfono che la preside utilizzava per comunicare con gli alunni".
Zelig: "Eh?"
Io: "Hai presente i Simpson? Gli altoparlanti che usa il preside Skinner!"
Zelig ovviamente capisce al volo: "Ah, ok! Ma funziona ancora?"
Prof: "Uff, che domande sciocche! No, è in disuso da anni!"
In quel momento Babi fa la sua migliore entrata in scena stile Look-At-Me-I'm-Fabulous, e fa: "Vorrei sapere di cosa state parlando! Ho sentito che qualcosa è in disuso da anni, cosa?"
"Il tuo cervello", risponde Zelig.

La prof sbotta scandalizzata, mentre io ho le lacrime per non ridere. Quando lo cazzio anche io, poco dopo, so perfettamente di non essere affatto credibile.
Ma che ci devo fare, si può essere più stronzi e più simpatici di sto bambino? XD

El pelo de Nando

A lezione di Spagnolo.
Prof: "Ragazzi, correggiamo il compito! Dunque, il testo parla di Nando, 'el primo de Noemi'... Che significa primo?"
Ragazzino: "Vuol dire cugino, prof!"
Prof: "Muy bien! Rispondiamo alla prima domanda... Leggi pure!"
Ragazzino: "Ok... 'Cómo lleva el pelo Nando?'... 'Nando está cañón'!"
[Trad. 'Come porta i capelli Nando? Nando è un figo']
...
Io: "Uhm, qualcosa non torna... Ma hai capito la domanda?"
Ragazzino: "Certo, chiede se Nando ha i peli!"
Prof: "...No, pelo vuol dire capelli... Ma non avrebbe avuto senso comunque!"
Ragazzino: "Ma sì: 'Nando ha i peli? Certo, Nando è un cagnone'!"
Prof: "Ma cañón non significa cagnone!"
Risate generali in classe.

Ora, l'equivoco di per sé non sarebbe così divertente. La cosa più curiosa per me resta come sia possibile che nella loro testa Nando sia contemporaneamente un cane E il cugino di un essere umano.

Affascinanti teorie su ibridazione e licantropia.

Il teorema del Cioè

Sapevo che mi ci sarei scontrato, prima o poi. Ci sono poche costanti nell'adolescenza: gli ormoni sballati, i cambiamenti fisici accelerati, lo sviluppo puberale... e poi c'è la più grande e fatidica incarnazione del Caos stesso: IL CIOE'.
Responsabile della precoce maturazione sessuale delle ragazzine da almeno quindici anni, nonché dei sonni turbati dei maschietti che volenti o nolenti vengono messi a confronto con i modelli di virilità supposta (supposta, gh :D) che porta.

Oggi è accaduto.
Stava lì, sul banco, e mi fissava con i multipli occhi dei figaccioni di turno. Una domanda sorge sponanea.

Io: "Chi diavolo è Davide?"
Babi (nome fittizio): "Maddai, Davide! E' un cantante, come fai a non conoscerlo, si vede proprio che non sei ggiovane!"

Già sento la venazza sulla tempia che pulsa, deh ciccina, ti insegno io ad accusarmi di nongiovinezza!

Io: "Ehi, piano. Questi qui sono gli One Direction, e inevitabilmente li conosco. Quest'altro è Justin Bieber, e purtroppo so chi è..."
Pallina (nome fittizio): "Bravo, fa schifo anche a me!"
Io: "Fa schifo a tutti. E questo è Ian Somerhalder, che fa il mio personaggio preferito di Vampire Diaries."
Babi: "No io non lo guardo, mi fa paura!"
Io: "Ecco. E dunque l'unico che mi manca è questo Davide, scommetto che sbuca da qualche urfido talent show."
Pallina: "Ecco... Da X Factor..."
Io: "Ti pareva."

Poi osservo la copertina con più attenzione, e noto un dettaglio inquietante nel titolo. E alla mia domanda finale che ne scaturisce le ragazze non sanno dare risposta:

"Ma com'è che la rivista ora si chiama Cioè GIRL? Significa che c'è anche un Cioè Boy?"
Zan zan zan.
La verità è là fuori.
Lo strumento del Diavolo per disseminare perdizione

Sostegno al sostegno

"Ma che classe luminosa! Che siano i vostri occhi curiosi a renderla tale?"
Mentre la neoarrivata insegnante di sostegno proferisce queste parole davanti a dodicenni perplessi e schifati, la guardo come guarderei un vincitore di Darwin Award che si scava la fossa da solo. Ma la proporzione di questo caso umano supera le mie aspettative.
"Caro, posso chiederti di dove sei?" Mi chiede.
"Sono dell'Oltrepò Pavese, non so se..."
Le si illuminano gli occhi.
"L'OLTREPO'!!! FISARMONICHE, VINO!!! Ma che fortuna!!! Ragazzo mio, tu sei un elfo!"
Non so precisamente se risponderle che il suo entusiasmo per la viticoltura spiega molte cose o se scoppiare a ridere immaginandomi con la parrucca bionda di Orlando Bloom.
"Comunque ascolta una con trent'anni di esperienza... le insegnanti sono PAZZE!" aggiunge con fare cospiratorio prendendomi da parte. Mentre lo dice butta in terra borsa e registro cercando le chiavi della bici.
"Io compresa" conclude, dando voce ai miei pensieri.

Oh beh. L'autoconsapevolezza è il primo passo.

Sfasamento temporale

Esaminiamo nel dettaglio il mio numero dell'altro giorno. Entro in classe alle 8 spaccate, e nascondendo lo sfattume con cui mi sono svegliato quella mattina, esordisco nel mio più riuscito "Buongiorno ragazzi!"
Loro mi guardano stile marziano e mi fanno: "Prof, ma ora non sei con noi". In quel momento sopraggiunge anche la temuta Autorità, che conferma che il mercoledì attacco alle 9.
Mentre maledico lo sfasamento temporale che mi è costato un'ora di sonno, mi ricordo che in teoria sto seguendo una carriera parallela come attore, così sfodero tutta la faccia di deretano che il succitato sfattume mi consente e replico convinto:
"Certo! Ma oggi sono venuto un'ora in anticipo per fare il concordato (?) straordinario!"
L'Autorità mi fissa per un istante eterno, poi...
"Giusto. Allora segnalo pure sul foglio ore!"

Direi che posso seriamente considerare un'ulteriore carriera: arrampicatore professionale di specchi.

Naturalisti in erba

Esercizio di Scienze: elencare alcuni elementi appartenenti al reame dei vegetali. Il panico si diffonde tra i ragazzi, che vivendo in città non si sono mai posti il problema di come si chiamano le piante (e alcuni hanno anche il dubbio se gli alberi siano piante).

Prof: "Forza, ragazzi, almeno cinque nomi di fiori!"
Ragazzo a me: "Dai, mi aiuti? Io so solo la rosa!"
Io: "Dai, quei fiorellini piccoli e bianchi, sono dappertutto, al parco li avrai visti... Pensa a come si chiamano."
Ragazzo: "Eh, mica lo so."
Io: "Dai, pensaci... si chiamano come la pizza!"
Ragazzo: "Ah, potevi dirlo subito!"
*SCRIB SCRIB*
Io: "No, non nel senso che il loro nome è "pizza"..."

Non posso lamentarmi di non venire preso alla lettera...

Fantasia macabra, parte 2

Continua l'epopea del tema-racconto libero. È il turno di Ritchie Ritch (vedi episodi precedenti).
Ritchie: "Prof, voglio fare un racconto horror. Con un mostro."
Io: "Va bene. Allora, chi sono i protagonisti?"
"Due fidanzati. Stanno andando a casa di lui per... Eheh... Eheheh..."
"Sì, diciamo solo che stanno andando a casa!"
"No, ma hai capito a fare cosa? Eheh... Te lo disegno?"
"NO GRAZIE HO CAPITO PERFETTAMENTE, comunque cosa gli capita?"
"Eh, si perdono nel bosco e trovano sto mostro."
"Lo descriviamo?"
"Ok. Ha... 8 nasi. E 18 orecchie. E... Facciamo 24 teste."
"Ritchie, così però alcune delle teste non hanno né naso né orecchie."
[Attimo di riflessione poco convinta]
"Oh cazzo è vero! ...Allora aumento il numero di nasi."

Nasi. Direttamente proporzionali alla malvagità.

Fantasia macabra

"Educatore, dai un'occhiata al tema fatto per compito da X?"
Consegna: inventa una fiaba o un racconto.
Svolgimento: "Questa è la storia di Kirby, un bambino monco a forma di palla con i piedi attaccati alla pancia che viene diviso in dieci copie da..."

O_____o
Non so se sono più stupito dal tentativo di far passare per fiaba inventata la trama di un platform per DS o terrorizzato dalla descrizione del protagonista messa giù così. Voglio dire, UN BAMBINO MONCO COI PIEDI CUCITI ALLA PANCIA? Cos'è, un sequel della Casa dei Mille Corpi??? Fa paura da dio, finirò per sognarmelo.
Il bello è che siete ancora vivi... quando cominciano a mangiarvi...

L'Autorità

Alcune presenze hanno la cattiva abitudine di sbucare senza preavviso come ninja per dire la loro non richiesta opinione. Tra queste, una certa donnina dotata di carica istituzionale, che per questioni di privacy chiameremo l'Autorità (come il concilio di vampiri cagacazzo di True Blood).

-Una ragazzina mi chiede di vedere le foto dei miei gatti. Da una fottuta parete sbuca l'Autorità: "Tsk, un gattaro! Che bestie puzzolenti, i gatti!"

-Scopro che una prof di italiano sta facendo un lavoro su Harry Potter. Da petulante nerd che sono, non perdo occasione per bullarmi della mia sciarpa di Grifondoro e vanto la mia conoscenza sulla saga. Giunge l'Autorità. "Cosa si fa oggi? Ancora Harry Potter? Tsk, una fantasia che proprio non condivido".

-Ragazzino nota il mio tatuaggio e mi fa le tre domande di rito (è vero? Quanto costa? Fa male farlo?). Mentre rispondo, con la freschezza del bagno dell'Autogrill, ecco l'Autorità: "Tsk, i tatuaggi! Che robaccia, come rovinarsi la pelle per la vita!"

Accipigna. Non so come farò a sopravvivere da oggi in poi senza la tua approvazione su così larghe fette della mia vita. Tsk, la vita è proprio crudele!
"Hem, hem!"

L'ora di Ritchie Ritch

Colgo uno strano luccichio al polso di un ragazzino imbottito di soldi (d'ora in avanti per brevità "Ritchie Ritch").

Io: "Ritchie, ma hai portato un Rolex a scuola?"
Ritchie: "Sì LOL"
Io: "Ma è tuo o di tuo padre?"
Ritchie: "mio, della comunione!"
Io: "Ah... Ma un altro orologio proprio non ce l'avevi?"
Ritchie: "Eh no..."
...Ok, forse gli serviva proprio...
Ritchie: "Di' prof, che ore sono?"
Io: "Scusa, guarda l'orologio!"
Ritchie: "Eh mica le so leggere le lancette! :D"


...Questione di status symbol?

(S)correzioni

Prof di spagnolo: "Il pronome él va scritto con l'apostrofo..."
Alunna stile Hermione: "Vorrà dire con l'accento!"
Prof: "Certo, scusate il lapsus!"
Ragazzino gangsta, rivolto a me: "Oh, hai visto che bravi, SCORREGGIAMO pure la prof!"
...
nonriderenonriderenonridere... BUAHAHAHAHAH X°°°D

La geografia è un'opinione

Capita molte volte che le perle più assurde non escano dalla bocca degli studenti, bensì degli insegnanti. La geografia, ad esempio, riserva molte sorprese nelle aule scolastiche. Ora, io non sono un genio della materia: ancora fatico a credere nell'esistenza del Molise o a saper elencare le province della Calabria, per non parlare della confusione che faccio con gli stati ex sovietici.
Ma riesco ancora stupirmi quando una prof, convinta, spiega ai ragazzi:

"Bambini, il TIBBET è una regione molto montagnosa, uè. Ci stanno montagne importanti, voi sapete che ci sta il KILIMANGIARO!"

O________o
Credo che a questo punto abbia intercettato i miei occhi strabuzzati e il mio compulsivo sillabare la parola "Himalaya".
Imprecisioni che capitano. Tipo un continente sbagliato.
Tipico paesaggio del Tibbet, con uno yak in primo piano

Vita Segreta

A dodici anni, la maggior parte delle cose che escono dalla bocca di un adulto suonano ancora come oro colato. O almeno, gli si concede un beneficio del dubbio estremamente ampio.

Tipo la scena di qualche giorno fa: dato il clima subtropicale generato dall'umidità milanese congiunta agli infernali caloriferi della scuola, mi tolgo la felpa in classe. Sotto, da bravo nerd, ho la maglia di Batman.
Un ragazzino mi nota e fa lo splendido: "Eh sì, arriva il prof Batman, dove l'hai lasciata Catwoman?"
Io, senza scompormi: "Mi aspetta giù nella Batmobile!"
Qualche risata e tutto si conclude? Sbagliato.
Una ragazzina ci pensa un po', poi timidamente esordisce: "...Prof, ma è davvero fidanzato con Catwoman?"

8D
La vita segreta di un supereroico educatore.



La mia bizzarra competenza, ovvero l'importanza di essere JD


Tratto e in parte riadattato dalle conclusioni della mia relazione finale di tirocinio, datata 2010. Una verità un po' imbarazzante che non potevo tenere nascosta XD (scusate il lessico paccoso da università)
...

CONCLUSIONI: LA MIA BIZZARRA COMPETENZA
C'è un particolare non propriamente ortodosso che ha rappresentato una parte importantissima del mio anno di tirocinio, e che sento di dover annotare in conclusione come snodo fondamentale del mio percorso di crescita, non tanto per la sua generale rilevanza educativa quanto per quello che ha rappresentato per me. Si tratta di una serie televisiva, Scrubs – Medici ai primi ferri, che conoscevo da qualche anno ma in cui mi sono imbattuto fortuitamente proprio nei mesi scorsi. La serie è una sit-com che mette in scena la vita di medici inesperti, che durante la prima stagione sono proprio tirocinanti presso un ospedale. Il protagonista, JD, spesso si abbandona a slanci surreali, veri e propri momenti di sospensione narrativa in cui immagina situazioni paradossali che lo aiutano a comprendere o “digerire” la dura realtà ospedaliera con cui si trova a fare i conti. Alla fine di episodi spesso all'insegna del demenziale, arriva sempre una piccola riflessione su quello che, nonostante tutto, i protagonisti hanno imparato, riportando lo spettatore al livello del reale-finzionale del telefilm.
In qualche modo sento che la fruizione della serie mi ha aiutato nel ridefinire la mia posizione rispetto al lavoro educativo, salvandomi anche da quel rischio di esaurimento precoce di cui dicevo all'inizio. In qualche modo è emerso negli incontri all'Università come tutti, chi più chi meno, siamo venuti in contatto con realtà dure, difficili e in qualche modo molto lontane dalla nostra, che spesso ci hanno posto quesiti e dilemmi etici di dura soluzione. Questa giustapposizione di mondi, per chi non è abituato, è una specie di battesimo di fuoco: è molto semplice fossilizzarsi sulla sofferenza, sulla violenza insita nelle storie con cui veniamo in contatto e farsi trascinare a fondo. Ci sono state sere buie in cui il peso di certe testimonianze, di certe storie di vita, è tornato a bussare alla mia porta ben dopo l'orario di chiusura del centro. Nottate in cui non riuscivo a chiudere occhio. Sensazioni di inadeguatezza che mi perseguitavano durante la giornata. Finché non ho trovato il mio modo per gestire tutto questo. Ho scoperto che l'ironia poteva essere la mia arma di difesa. Non un'ironia cinica, non un sarcasmo caustico: semplicemente uno spostamento di punto di vista, sufficiente a smascherare un po' la realtà da quel grigiore pesante che alcuni ragazzi si portavano dentro e vedere come certe cose sono più semplici di quello che appare. Immaginare i paradossi, proprio come JD, nella loro forma più ridicola, narrarseli con un po' di autoironia... è servito non solo a me per stringere i denti, ma anche ai ragazzi, perché fuori dalla loro ottica opprimente potevo scorgere per loro vie di scampo verso cui indirizzarli. Credo che nelle relazioni di cura, che sia terapeutica, familiare, esistenziale o educativa, sia necessario, assolutamente indispensabile non scordarsi come si fa a ridere. Perché in qualche modo bisogna tirare fuori quel che si riceve per assimilarlo meglio, e penso che la risata sia preferibile al pianto.
JD è stato un po' il mio maestro, e sono ridicolmente sincero ad ammetterlo. Ma ho trovato qualcosa che mi ha fatto ricordare che avere qualcosa per cui lottare non è tutto. Serve anche qualcosa su cui scherzare.
Si potrebbe intavolare una lunga dissertazione sul potere dei media nella nostra società, o sull'educazione diffusa che agisce per vie implicite. Ma non credo sia necessario, quando la spiegazione mi appare chiara e semplice: è tipico di me vedere messaggi importanti in cose futili, dove forse sono presenti solo in nuce.
Ma non è forse la stessa tendenza che mi porta a guardare quei ragazzi confusi e difficili e vedere in loro gli uomini e le donne che saranno? Non è questo che mi porta a leggere tra le righe e capire cosa può essere importante per loro?
Se questa non è una competenza da educatore professionale, allora posso affermare con certezza che dal mio tirocinio non ho imparato nulla.